Alla scoperta di Eterya con Barbara Manca
1) Che cosa ti ha ispirato per la
creazione del mondo di Eterya?
Non ho avuto un’ispirazione in
particolare. O meglio, si potrebbe forse dire che ne ho avute a centinaia. Fin
da bambina, sono sempre stata appassionata di giochi di ruolo, specialmente videogiochi,
i quali erano spesso ambientati in mondi fantastici con sfondo
medievaleggiante, ricchi di personaggi e di bestie. Ero la classica bambina con
la testa sempre tra le nuvole proprio perché immaginavo mondi tutti miei,
complici le influenze e gli stimoli con cui crescevo giorno dopo giorno. Poi
tra fumetti, musica, film e libri... Nella mia testa c’erano fin troppe
ispirazioni! Il mondo di Eterya è nato proprio dal mio fantasticare, e ha preso
forma poco alla volta nella sua geografia e storia durante la stesura del
romanzo.
2) Quale dei personaggi che hai
creato ti rispecchia di più? Perché?
Devo ammettere che c’è un pezzetto di me in ognuno dei personaggi principali, un tratto della personalità in particolare che ho disseminato qua e là. Magari approfondiremo il discorso in un secondo round... 😄
Può sembrare scontato ma la protagonista, Ann, ha
tanto di me. Il dilemma interiore mi contraddistingue in tutto ciò che faccio,
sono una persona molto empatica proprio come lei, assorbo il dolore e le
emozioni altrui e cerco sempre di agire per il bene degli altri, a volte prima
del mio, e lei è un po’ così. Anche il suo essere molto riflessiva, ma
coraggiosa e decisa, mi rispecchia: forse rimugino troppo sulle cose, ma quando
prendo una decisione, do tutta me stessa per realizzare il mio proposito. Però
ti darò anche un dettaglio più particolare...Sion, uno dei personaggi più
dibattuti del romanzo, mi somiglia tantissimo in un aspetto... Quale sarà?
3) Quali sfide hai dovuto
affrontare nel corso della stesura del tuo romanzo? Come le hai superate?
In realtà, la
stesura è filata molto più liscia di quanto potessi mai immaginare. Non avevo programmato
di scrivere un libro, ma è una cosa che mi è nata dentro e allo stesso modo la
storia è uscita dalle mie dita che battevano incessantemente sulla tastiera in
maniera naturale, quindi, non ho affrontato il cosiddetto blocco dello
scrittore. Ho scritto questo romanzo ai tempi dell’università, nei
momenti morti tra le lezioni: in biblioteca, nelle ore buche, sul treno e, ovviamente, la notte, momento in cui ero sempre più ispirata!
La parte più difficile è stata,
probabilmente, iniziare e, dopo la conclusione, trovare un editore. Quella sì
che è la vera sfida! Col senno di poi, però, posso dire che questo tipo di
scrittura “istintiva” mi ha dato qualche grana in fase di editing, quando è
stato il momento di affinare il lavoro in alcuni punti (a tal proposito, faccio
una menzione d’onore al mio editor, grazie Federico!).
4) Quando hai realizzato che
desideravi scrivere un libro? Chi ti ha supportato in questa decisione?
La scrittura è forse uno dei
pochi punti fermi della mia vita, dall’infanzia a oggi. Ricordo che anche alle
elementari la maestra leggeva con orgoglio i miei temi a tutta la classe, come
se fossero il racconto tratto da un libro. Ebbene, quella maestra ha alimentato
quella che era una passione ancora grezza, la scrittura, che i miei genitori
hanno sempre incoraggiato e sostenuto in ogni modo. La passione che ho per le
parole, per la letteratura e per la poesia, penso sia indescrivibile:
all’università ho studiato lingue e letterature e quando leggevo le mie poesie
o prose preferite della letteratura inglese e tedesca avevo i brividi. Come
accennavo sopra, non ho mai deciso consapevolmente che avrei scritto un libro,
ma è una cosa che è emersa da dentro di me in autonomia. Un aneddoto divertente
(in realtà per me abbastanza tragico): al liceo ho scelto disgraziatamente di
fare lo scientifico, scoprendomi poi una frana in qualsiasi materia scientifica.
Io e i numeri siamo su due pianeti diversi, mi viene mal di testa soltanto a
pensarli. Preferisco cento volte imparare un testo a memoria piuttosto che fare
i conti!
5) Per tutte quelle persone che
vorrebbero pubblicare un libro ma non sanno da dove partire, che cosa consigli?
Quali step hai affrontato prima di arrivare alla pubblicazione?
Il mio primo
consiglio è quello di far lavorare in maniera incessante la mente. Immaginate
la vostra storia come se fosse un film, siate i registi del vostro personale
film mentale e non abbiate paura di risultare strambi, perché è così che
nascono le ispirazioni. Se il primo tentativo di tradurre i pensieri in parole
fallisce, non demordete, ma riprovate da zero. Se è qualcosa che avete dentro,
allora vi riuscirà.
Arrivare alla pubblicazione è un
processo che definirei straziante, fatto di muri di silenzio e delusioni. Il
segreto sta proprio nel non arrendersi, neanche dopo la centesima porta chiusa.
La parte più noiosa per me è stata dover scrivere mille tipi di sinossi,
riassunti e descrizioni diversi perché ogni casa editrice o agenzia letteraria
chiede qualcosa di differente. Il fantasy, poi, ha ancora meno porte aperte
rispetto ad altri generi in Italia. Il mio consiglio è quello di armarsi di molta
pazienza, perché potrebbero volerci anni.
6) Che cosa hai provato quando La
Corte Editore ti ha avvisato che avrebbe pubblicato il tuo romanzo?
Credo che sia stata una delle
emozioni più forti e genuine della mia vita. Personalmente, ritengo di aver
fatto molte esperienze particolari nella vita e aver raggiunto tanti traguardi
che mi ero prefissata, ma dentro di me questo era il sogno da coronare, l’unico
e solo, quindi la gioia è stata immensa. Lo sentivo come la mia vocazione,
desideravo ardentemente che Eterya trovasse il modo di raggiungere i lettori,
quindi devo ringraziare davvero La Corte Editore per aver creduto nel mio
sogno. Ho fatto la corte (e non è un gioco di parole) a questa casa editrice
per molto tempo, perché sono tra i pochi che danno spazio al talento di
esordienti e al fantasy, dimostrando con grande coraggio di puntare sulla
qualità piuttosto che sulle vendite facili. Per me sono fantastici, e sono
veramente contenta di essere entrata nel loro mondo. Li ringrazio ancora.
7) Hai già iniziato la stesura
del secondo volume? Hai già in mente la scaletta o ci stai ancora riflettendo
su?
Ho scritto il
prologo e una parte del primo capitolo tempo fa, ma oltre questo non sono mai riuscita
a dedicarmi al secondo volume perché prima volevo garantire una diffusione del
primo. Io sono fatta così: le cose o le faccio bene, o non le faccio...Ahah!
Adesso che finalmente il primo volume è in libreria, ho in programma di buttarmi a capofitto nella stesura del proseguo nei prossimi mesi. Ho già in mente la scaletta, anche se sicuramente la dovrò affinare, o il mio editor mi sgriderà. Posso anticipare che il secondo volume sarà ricco, e le tematiche toccate nel primo andranno molto più in profondità.
Allora lettori, vi abbiamo suscitato la curiosità di leggere Eterya? Io da questa intervista alla dolcissima Barbara Manca ho capito due cose: la prima è che io e Barbara andremmo molto d'accordo nella vita reale; la seconda è che dobbiamo essere pronti ad aspettarci di tutto dal seguito di Eterya.
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